TERAMO – Si è spento questa mattina all’ospedale di Teramo dove era ricoverato da domenica, Giandomenico Di Sante, ex presidente della Banca dell’Adriatico e presidente di Camera di commercio e Confcommercio. Aveva 80 anni. Lascia la moglie Margherita e i figli Attilio, Tiziana e Marcello. La camera ardente è stata allestita nella sua abitazione in via Nazionale a San Nicolò a Tordino. I funerali saranno celebrati giovedì mattina, alle 10, nella chiesa di Madonna degli Angeli, sempre a San Nicolò a Tordino (quella nuova, sulla variante alla statale)
Fino alla fine il presidente aveva gestito gli affari di famiglia ma soprattutto i rapporti con il territorio, con un impegno moltiplicato per mille rispetto ai ruoli rivestiti, sia in Camera di commercio che in Confcommercio. Ma il fisico cominciava a sentire il logorio e poi il destino di quel male che lo aveva colpito non più tardi di un anno fa e contro il quale aveva ingaggiato una battaglia imparì. Dopo un periodo di convalescenza seguito a un delicato intervento chirurgico, a inizio anno, era tornato in prima linea come al soliti dispensando consigli, buone parole, interventi e pareri che ne avevano fatto nella vita un punto di riferimento per tantissimi teramani e non solo. Un vero padre di famiglia, nella gestione di qualsiasi cosa lo vedesse attore protagonista. E lo scorso 23 febbraio, al compimento degli 80 anni, una grande festa a sorpresa lo aveva messoa contatto con gran parte degli amici più vicini e cari. L’avanzare della malattia, inesorabile, non lo aveva fatto desistere dal seguire da vicino il passaggio di consegne all’interno della ‘sua’ creatura, la banca. L’integrazione definitiva in Intesa Sanpaolo della Banca dell’Adriatico, l’istituto che attraverso diverse trasformazioni e operazioni di fusione, è vissuto sotto la sua guida ininiterrotta dalla fine degli anni ’70, lo scorso mese di maggio, ha scritto la parola fine ad un’epoca, quella del connubio Di Sante-Banca Popolare. Triste e beffardo destino, riletto oggi: con l’uscita dalla Banca, il presidente si è spento. Lascia una grande ereditò, valori che nel tempo era riuscito a mantenere integri, quello dell’amicizia, dell’altruismo, del lavoro responsabile per un territorio, che a lui aveva dato tanto e che aveva saputo ricambiare. Crediamo di non sbagliare, definendolo uno statista del piccolo-grande governo di questo territorio.